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CARMEN DI GIULIO


           
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38 - L’ANGELUS

L’Angelus suona la vecchia campana!
E’ un bel ricamo di note gentili,
è un coro sommesso di voci umili
che prega, che geme, che implora. Vana,

entro quest’ora, è la voce del mondo,
che invita, che insidia, alletta insistente.
Il cuor placato, commosso, non sente
questo richiamo, comprende che in fondo

il mondo delude. Dolce, sereno
il suono si spande, corre col vento,
poi lieve si adagia ed é quasi spento
sul nido, sul tetto, sul colle ameno,

sull’animo affranto da lunga pena.
Il sacro bronzo, poeta sovrano,
compone e canta da tempo lontano
carmi di amore e di gloria con lena.

Un verso al giorno al suo lungo poema
s’aggiunge, eccelso saluto, profondo,
al divino, all’umano. A sì giocondo
linguaggio, felice l’albero trema,

il fiore s’inchina, il cielo sorride.
Medita il cuore e rivive il Mistero,
mormora il labbro una prece, sincero;
Satana fugge e fuggendo deride.

Pubblicata nell’antologia poetica intitolata: “Canto di fede”; edita dalla casa editrice “La nuova Italia Letteraria” di Bergamo, nell’anno 1958.



38 - L’ANGELUS
La Preghiera cattolica che ricorda il Mistero dell'Incarnazione di Cristo risuona, come dolce invito, in questa poesia, nel cuore di una Carmen. Ella è presa ancora dall'onda dei suoi ricordi, che la riportavano al quieto clima del suo paese natio, alla vecchia campana che, per tre volte al giorno, ricordava ai fedeli il consenso di Maria ad accogliere nel suo Grembo il Divino Maestro, il Salvatore. Egli, con la sua venuta, dava senso e ragione alla fatica di ogni giorno, alle ansie, alle paure, speranze e aspirazioni delle piccole vite che animavano il borgo bantino. E' una delle poche poesie pubblicate. La bellezza dei versi è profonda e delicata, ma la stessa profondità la possiamo osservare in tanta parte della sua opera, che è rimasta oscura non per minor valore, ma solo per quell'intricato intreccio di motivi che portano, spesso, la bellezza vera a rimanere nascosta sotto il "moggio", quando meriterebbe ben altra collocazione. Traspare nei versi il profondo senso del "religioso" che animò sempre il cuore di Carmen, che non si discostò mai da un realismo a cui la sua intelligenza non riuscì a rinunciare completamente. Limitandolo, per certi versi, ed impedendogli, se non altro, di diventare sterile bigottismo.


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